domenica 24 gennaio 2010

LA SETTIMANA (3)

Un tetto agli stranieri in classe. Non più del 30% di alunni stranieri iscritti in una classe. Per fare un esempio in una classe di 25 studenti non potranno esserci più di 7 studenti stranieri. Il limite massimo fissato dal Ministro Gelmini, tuttavia, riguarda, correttamente, gli stranieri con ridotta conoscenza della capacità lingua italiana. Tale può, quindi, essere elevato o di contro venire ridotto a fronte della presenza di alunni stranieri per i quali risulti all’atto dell’iscrizione una padronanza della lingua italiana ancora inadeguata. Discriminazione. Non al contrario tentativo di evitare le classi ghetto dove confinare tutti gli stranieri in favore di una efficace integrazione. E poi ancora : attivazione di moduli intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati di lingua italiana, possibilità per gli allievi stranieri neoarrivati in corso d’anno di essere inseriti nella scuola - anche in una classe non corrispondente all’età anagrafica – per attività finalizzate a un rapporto iniziale con la lingua italiana e con le pratiche e le abitudini della vita scolastica oppure di frequentare un corso intensivo propedeutico all’ingresso nella classe di pertinenza (anche in periodi – giugno/luglio/inizio settembre in cui non si tiene la normale attività scolastica). Concordo con tutte le proposte e lo spirito delle linee guida proposte dal Ministro. E’, quanto, dirigenti e personale scolastico attenti stanno facendo. E per favore non si faccia più propaganda falsa.
Cani antidroga in casa. E’ l’idea choc che arriva dall’Inghilterra. Genitori affranti affittano cani antidroga per fare una ricognizione nella cameretta dei figli. Poveri genitori. Mancano i genitori, come si dice, oppure questi poveri padri, queste povere madri non sanno più cosa fare per aiutare i figli, per seguirli. Manca il dialogo in famiglia oppure, nei genitori, vi è un eccesso di preoccupazione per i figli. Non me la sento di colpevolizzare i genitori: non è vero che sono distratti, distanti, in altre faccende affaccendati. Poveretti. Sono annientati. In perenne ansia per i figli ed alla disperata ricerca della soluzione perfetta per far crescere bene i figli.
Al lavoro a 15 anni Una soluzione quella prospettata dal Ministro Sacconi che è peggiore della situazione attuale. Un vero e proprio scivolone. Una risposta che prende atto di un fallimento e riporta tutto indietro. Invece di incentivare in tutte le scuole quello che oggi solo alcune avanguardie fanno si prende atto che vi sono molti ragazzi a rischio dispersione e si accorcia la loro permanenza a scuola. Una bestialità. Questi ragazzi non impareranno nulla, comunque, passeranno da un posto di lavoro all’altro, mal pagati, umiliati e sempre più incavolati. Perché non allargare la possibilità di costruire percorsi di formazione professionale già nel biennio delle superiori o nella scuola media per gli ultra quindicenni, riportare la formazione professionale regionale alla sua vera funzione di ponte verso il lavoro. Costruire un rapporto stabile e duraturo tra scuola, formazione professionale e lavoro.
Imprese in rosa crescono. Ne ero già convinta ma la notizia che ho letto oggi lo conferma. Nel periodo più buio della crisi le aziende dirette da donne sono cresciute più delle altre. Perché? Dedizione al lavoro delle loro manager donne, innovatività, motivazione. Sono tutte caratteristiche delle donne che alla lunga danno buoni frutti. Manca,ancora, la capacità di fare squadra, la solidarietà femminile.

Nessun commento:

Posta un commento

b