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venerdì 20 aprile 2012

Percorsi guidati in collina

Con il patrocinio del Comune di Fara l’Ass. Sportiva Dilettantistica Trail-Running organizza la seconda edizione dell’evento podistico “Monteregio Ultra-Trail”, corsa podistica in natura su tre percorsi di 45, 20 e 10 km che si svolgerà sulle colline novaresi (tra vigneti, boschi, castelli e pievi) con partenza e arrivo a Ghemme, attraverso il Comune di Sizzano, Fara e Briona. A queste tre distanze di corsa sarà affiancata la prova di Nordic Walking (camminata nordica con ausilio di bastoncini). Parte del ricavato delle iscrizioni sarà devoluto in beneficenza. Novità del 2012 il mini-giro per bambini fino a 12 anni di 600m (gratuito).Per tutta la giornata a Ghemme in Piazza Castello esposizione di prodotti tipici con gazebo dei Comuni della zona. Il gazebo di Fara presenta un interessante percorso tra le colline guidato dal gruppo GEAV ( gruppo escursionistico Alta Valsesia). Vi aspettiamo domenica a Ghemme.

mercoledì 1 febbraio 2012

RE BISCOTTINO

BENTORNATO A RE BEISCOTTINO.
Per la seconda volta RE BISCOTTINO visita il Centro Anziani di Fara.
MERCOLEDI' 8 FEBBRAIO ALLE ORE 14,00 PRESSO IL CENTRO ANZIANI, RE BISCOTTINO E LA REGINA CUNETA INCONTRERANNO GLI ANZIANI PER FESTEGGIARE IL CARNEVALE

giovedì 12 gennaio 2012

TUTTO PRONTO ALLA SCUOLA PRIMARIA DI FARA PER ACCOGLIERE I BAMBINI

Lunedì 16 gennaio i bambini della scuola elementare di Fara rientreranno nella sede di Via Garibaldi, ristrutturata e messa in sicurezza. L’Amministrazione Comunale ha fatto tutto quanto è stato proposto dai professionisti appositamente incaricati per mettere in sicurezza i locali della Scuola Elementare. Nulla è stato nascosto a nessuno né si è mai stati reticenti. Di quanto successo sono stati immediatamente informati i genitori, è stata fornita ampia informazione in Consiglio Comunale, ed è stata messa a disposizione tutta la documentazione richiesta. Che cosa è successo esattamente? Il 16 agosto si è verificato il distacco, di modeste dimensioni (il pezzo più grande era di circa 15/20 cm), di una parte del fondello di una pignatta del solaio. Il fenomeno non è stato affatto sottovalutato e per questa ragione abbiamo chiesto al Dirigente Scolastico di chiudere precauzionalmente la scuola e ci siamo attivati con grande solerzia per rimettere in sesto provvisoriamente le vecchie scuole elementari ed assicurare il regolare avvio dell’anno scolastico. Non abbiamo sottovalutato questo episodio, perché un fatto analogo era già successo nel gennaio del 2006. Ma non ci siamo limitati a constatare che non vi erano altri evidenti pericoli di distacco ma abbiamo cercato di capirne le cause. Perché è successo? Le indagini fatte da due professionisti non hanno evidenziato una vera e propria causa di questo fenomeno ma una serie concomitante di fattori. Il fenomeno dei distacchi non è di gravità tale da mettere in dubbio la staticità dei solai che possono essere sicuramente dichiarati idonei ma piuttosto da difettosità delle pignatte, effetti di stress termici, azioni dei muri divisori. Per evitare ogni ed ulteriore rischio e pericolo, dopo un’attenta valutazione di tutti i pro ed i contro, si è ritenuto di intervenire in modo drastico e definitivo ingabbiando il soffitto (privo di intonaco) di tutte le aule, dei bagni e dei corridoi, con una rete preformata in resina poliestere insatura polimerizzata, rinforzata con fibre di vetro, (utile a trattenere anche parti di piccole dimensioni), in modo da evitare futuri distacchi. Nell’atrio, anziché la rete, si è scelta la soluzione di una controsoffittatura antisfondellamento con lastre in gesso fibrorinforzato, armate con rete a doppia orditura in fibra di vetro. Era già successo nel gennaio del 2006. All’epoca era stata chiamata la ditta costruttrice ed i tecnici della progettazione, che avevano ispezionato tutti locali della scuola per individuare eventuali situazioni di pericolo. L’indagine, leggiamo dalla documentazione, era stata svolta alla presenza del personale scolastico ed aveva dato esito negativo. Si sarebbero dovute eseguire indagini più accurate? Fare controllare da terzi tutto il soffitto? E’ infatti quello che abbiamo fatto per non sottovalutare il fenomeno. Alcuni genitori, durante l’assemblea hanno avanzato dubbi sulla staticità generale della scuola. Il progettista da noi incaricato di controllare l'edificio esclude problemi di staticità e strutturali. L’esame dell’intradosso della cantina ha escluso qualsiasi problematica strutturale. Per quanto riguarda il fenomeno di assestamento del terreno tra le fondazioni per circa due metri è stato risolto con iniezioni di malta e riempimento con idoneo materiale inerte. Le fessure interne di modeste dimensioni visionate dai tecnici non fanno comunque pensare a problemi statici ma a minimi assestamenti . Qualcuno ha ventilato che l’area su cui è stata costruita la scuola non era idonea per questo scopo. Occorre precisare che si tratta di un’area nella zona residenziale del paese, sottoposta, a suo tempo, ad esame geologico. Si tratta di un’area circondata da villette ed altri edifici pubblici quali la palestra e la scuola media che non hanno mai presentato problemi di sorta tanto che a due passi si sta realizzando un grosso complesso residenziale. Inoltre, per maggiore sicurezza, abbiamo già dato disposizione all'Ufficio Tecnico di effettuare periodici monitoraggi. Alla luce di tutto questo, in totale accordo con il Dirigente Scolastico, il trasloco dal vecchio edificio scolastico verrà effettuato venerdì 13 gennaio.

martedì 9 agosto 2011

FERRAGOSTO A FARA

TUTTI A FARA PER FERRAGOSTO. CI SONO TANTE INIZIATIVE:
- LUNEDI 15 AGOSTO, DALLE ORE 15.00 SI BALLA IN PIAZZETTA NEGRI CON LA SOMS
- IL 13, 14, 15 AGOSTO DALLE ORE 19.00 GRIGLIATE IN PIAZZA E MUSICA ARGENTINA.
CHE TANGO.....

lunedì 16 maggio 2011

BRUNO POLVER A FARA

CHI E' BRUNO POLVER?
Nato a Novara nel 1932, studia al Liceo Artistico di Brera e, successivamente, si diploma in decorazione. La serie delle esposizioni personali dedicate all’opera dell’artista, aperta nel 1960, con una rassegna alla Galleria Alberti di Verbania, comprende numerose rassegne. E’ stato preside del Liceo Artistico di Novara, di Romagnano Sesia, dell’Istituto d’Arte di Saluzzo e del Liceo Artistico Statale di Brera di Milano; è inoltre stato docente dell’Accademia ACME di Novara. Attualmente vive e lavora a Fara Novarese.
IL comune di Fara Novarese dedica al suo illustre concittadino l'attuale mostra, prova di affetto e di un legame che si vuole consolidare sempre più.
Sito di Bruno Polver: www.brunopolver.it

mercoledì 4 maggio 2011

CAVOUR E IL SUO TEMPO

A FARA SABATO 21 MAGGIO, ORE 17.00, NEI LOCALI DELLE VECCHIE
SCUOLE ELEMENTARI , IN VIA CESARE BATTISTI, SARA'

INAUGURATA LA MOSTRA
La mostra realizzata dalla Associazione " Amici di
Cavour" di Santena e dalla Fondazione Cavour viene a
Fara grazie all'interessamento della SOMS ed al
patrocinio dell'Ammnistrazione Comunale.
E' composta da pannelli e cimeli (come alcune lettere autografe di Cavour) che ricordano e documentano i cambiamenti scientifici, tecnologici, sociali, istituzionali, economici, produttivi, commerciali e culturali in atto nell’Italia pre-unitaria e la complessità del quadro politico e strategico nazionale ed internazionale di metà Ottocento. Il carattere divulgativo-didattico e il supporto storico e tecnico garantiscono la fruibilità ad un vasto pubblico di studenti, di insegnanti, di appassionati della storia del nostro Paese e di estimatori di Camillo Cavour.
All'inaugurazione sarà presente, con tutta
l'Ammnistrazione Comunale di Fara, il Presidente
dell'Amministrazione Provinciale, personalità locali ed
i sindaci della zona.
La mostra sarà visitable per tutta la settimana e sarà
aperta anche per le scuole della nostra zona.

martedì 26 aprile 2011

Acqua buona

Si è concluso il progetto finanziato dall'ATO NO -VCO, con fondi prelavati dal capitolo della cooperazione internazionale e dal Comune di Fara Novarese. L'intero progetto è stato realizzato dall'Associazione Novara Center che ringraziamo per la grande disponibilità.
I fondi che il Comune di Fara ha utilizzato per finanziare questo progetto erano stati stanziati da ATO NO VCO, per obbligo di legge, sul capitolo della cooperazione internazionale e lì giacevano inutilizzati dal 2008.
Nessuna amministrazione comunale, in tutti questi anni, ha mai trovato l'opportunità di utilizzare quei fondi.
Il Comune di Fara, raccogliendo le sollecitazioni di alcuni cittadini, e grazie anche ad una sponsorizzazione privata, che ha contribuito alla copertura di alcuni costi, senza altri oneri se non l'impegno di alcuni Assessori per l'elaborazione del progetto e per seguire l'iter amministrativo, ha presentato il progetto "ACQUA PER IL BURKINA FASO", trovato i fondi per il cofinanziamento ed affidato al NOVARA CENTER la realizzazione dell'intervento. Di questo progetto andiamo fieri e siamo lieti si sia felicemente concluso. Pubblichiamo le foto dei tre pozzi scavati grazie al nostro intervento.

domenica 6 marzo 2011

GIANCARLO SPAGNOLINI

A FARA IL 13 MARZO, IN BIBLIOTECA, ORE 16.00

Il nostro concittadino Gian Carlo Spagnolini sarà a Fara, Domenica 13 maggio, ore 16.00 per presentare la sua opera prima "L'INGEGNERE".

CHI E' GIAN CARLO SPAGNOLINI?

E' nato a Novara nel 1937 ed ha frequenato i primi anni delle scuole elementari a Fara Novarese. Si trasferisce a Novara dove il padre lavora. Vive a Milano. E' stata presidente di un'importante società chimica. Con questo romanza esordisce come romanziere.

IL ROMANZO

Accettare di aiutare un vecchio amico dei tempi del liceo ad ottenere un posto di lavoro nella propria azienda può avere dei risvolti davvero inaspettati, per non dire incredibili. E questo accade all’Ingegnere, protagonista del romanzo di Spagnolini

Il romanzo è ambientato alla fine degli anni ’70. E' la storia di un dirigente di successo, nato e cresciuto a Novara, trasferitosi poi a Milano per lavoro

A fianco dell’amico Paolo si trova coinvolto in numerosi guai con la malavita organizzata, con sicari, mafiosi, spie, poliziotti.

All’interno di una ricostruzione fedele e accurata dell’Italia degli “anni di piombo”, si snoda così una trama ben strutturata, grazie alla quale il lettore riesce ad addentrarsi con facilità in un periodo storico complesso, tutt’oggi al centro di accesi dibattuti, e contemporaneamente ad apprezzare i vari personaggi, che insieme alla figura dell’Ingegnere si inseriscono perfettamente nel contesto rendendo la narrazione piacevole e avvincente.

L'Ingegnere di Giancarlo Spagnolini 2010, Noubs pp. 263 € 15,00

domenica 13 febbraio 2011

RE BISCOTTINO

Martedì 15 febbario, dalle ore 14.30, re Biscottino con tutto il suo corteo di regine ed amici sarà presente al Centro Anziani di Fara. Un anticipo del Carnevale, un pò tardivo quest'anno. Sarà l'occasione per fare quattro risate e quattro salti.

giovedì 27 gennaio 2011

ARANCE IN PIAZZA

sabato 29 gennaio, dalle ore 10.00, in Piazza Libertà, a Fara, LE ARANCE DELLA SALUTE, per sostenere la ricerca sul cancro dell'AIRC. La distribuzione proseguirà, anche, Sabato pomeriggio e Domenica mattina.

Sant'Agata, festa delle donne di Fara

Dove per un giorno comandano( o meglio comandavano) le donne. A Fara, il giorno della festa di Sant’Agata tradizionalmente comandano le donne. Le donne di Fara, dopo la messa, escono a pranzo, con le amiche ed il marito resta in casa per accudire agli animali ed alla campagna. La storia di questa tradizione risale alla notte dei tempi. Non si tratta di una festa come l’8 marzo, dal significato poltico e sociale. Festa che col passare degli anni ha perso molto dei suoi significati per diventare un fatto di costume e di consumo. Di questi tempi anche un po’ sguaiato.Il significato della festa di Sant'Agata è prima di tutto religioso. Agata, di nobile e ricca famiglia catanese, fu diaconessa ed attiva nella comunità cristiana di Catania. Rifiutò di abiurare la sua fede cristiana ed accettò, senza piegarsi,violenze e torture psicologiche e fisiche, tra cui anche l’asportazione,con le tenaglie, di una mammella . Infine venne sottoposta al supplizio dei carboni ardenti. Il 5 febbraio 251, Agata morì nella sua cella. Il supplizio subito dalla santa spiega perchè sia invocata dalle donne, soprattutto dalle puepere. Il suo legame con la città di Catania ed avendo salvato la città dall'eruzione dell'Etna ci fa capire perchè sia, anche,la santa protettrice dei pompieri. Perchè la festa della donna a Fara, a differenza di quanto succede nel resto del mondo, è il 5 febbraio, giorno di Sant'Agata? Racconta una carissima amica che, probabilmente, le donne faresi festeggiano questa giornata sin dal 1849 per ricordare un gesto di coraggio delle donne di Fara che riuscirono a mettere in fuga gli austriaci poco prima della battaglia di Novara. Questa giornata è dedicata a Sant'Agata grazie al dipinto della Santa nella chiesa parrocchiale del paese. Mi pare logico pensare che la festa si sia tramandata di generazione in generazione come occasione per le donne di stare insieme in un momento non ancora molto impegnativo nel lavoro dei campi e di finire la giornata di festa al ballo, dove gli uomini erano invitati ad entrare gratuitamente. Comunque per non dimenticare la nostra tradizione le carissime amiche hanno organizzato per Domenica 6 febbraio al Ristorante Farese ed al Centro Anziani il tradizionale pranzo delle donne di Fara. Sabato 5 febbraio, invece, la messa è alle ore 10.30.

mercoledì 25 agosto 2010

CARTO.LINE da FARA

BENVENUTA FARESE.
PRENDE IL VIA, CON MOLTO ENTUSIASMO, TANTI ISCRITTI E TANTA VOGLIA DI GIOCARE LA NUOVA FARESE, SOCIETA DI CALCIO.
DOMENICA 29 PRESENTAZIONE UFFICIALE DELLE SQUADRE. INTANTO I RAGAZZI SI ALLENANO CON IMPEGNO PER PARTIRE ALLA GRANDE. AUGURI RAGAZZI E GRAZIE A TUTTI PER L'IMPEGNO CHE CI METTETE.

lunedì 16 agosto 2010

VIAGGI

RACCONTO IN QUESTA RUBRICA DI UN RECENTE VIAGGIO CHE HO FATTO, CON UN GRUPPO DI AMICI, IN ARMENIA. MI FAREBBE PIACERE ACCOGLIERE LE ESPERIENZE DI ALTRI VIAGGIATORI, TURISTI OCCASIONALI O ORGANIZZATI CHE VOLESSERO CONDIVIDERE LE LORO ESPERIENZE.NON ESITATE IL MIO BLOG E' APERTO.
Fare un viaggio in Armenia può significare diverse cose. La repubblica presidenziale armena divenuta indipendente dalla Unione Sovietica nel 2001. è solo un decimo dell’Armenia geografica e storica. Molti dei suoi più bei monumenti artistici ed architettonici si trovano in territorio turco, compreso il simbolo naturale dell’Armenia, il monte Ararat ed i resti della prima capitale Arni . Yerevan Da Yerevan inizia il nostro viaggio. Yerevan è la capitale dell’Armenia dal 1918 , il suo cuore pulsante. Con i suoi 1.200.000 abitanti, i suoi viali, le sue passeggiate, le sue fontane, i suoi bei negozi Yerevan è il cuore pulsante dell’Armenia, rappresenta la nuova Armenia, il suo futuro ma anche la sua storia e la sua memoria. Da Yerevan si vedono , inquinamento permettendo, le due vette perennemente innevate del Monte Ararat su cui si arenò Noè con la sua Arca, dopo il diluvio. L’influenza russa nell’architettura di Yerevan è marcata. Tuttavia il bel colore ocra del tufo,con le sue mille sfumature, rende gradevole l’insieme. Sul filo della storia abbiamo visitato i resti della fortezza di Erebuni, risalenti alla civiltà pre-armena di Urartu, quindi il Museo Storico Nazionale, il Matenadaran (Biblioteca Nazionale), che custodisce circa 17.000 manoscritti, molti dei quali nella scrittura cuneiforme ed impreziositi da bellissime miniature. Sul filo della memoria e di una profonda commozione, per non dimenticare la storia, abbiamo visitato il commovente museo del genocidio con il suo severo monumento La diaspora e tutta la catastrofe del genocidio lasciano, ancora, un segno indelebile negli armeni che ne parlano spesso con commozione sincera. I 5.000.000 di armeni sparsi nel mondo ritornano spesso in patria, acquistano case e le ristrutturano. Vibrante il ricordo dei 1.500.000 armeni deportati e lasciati morire o massacrati dall’impero ottomano dal 1915 al 1923. La Cascata è una moderna realizzazione in travertino, a sbalzi, su una collina. Il giardino antistante,sulla via Tamanian, è uno spazio museale all’aperto con alcune belle opere tra cui due statue di Botero. La seconda tappa del nostro viaggio ci porta nell’ Aragatsotn Marzpetaran, alla fortezza di Amberd, il cui nome significa inaccessibile, mai espugnata. Imponente struttura risalente al 7 secolo. Nei pressi sorgono le prime due belle chiese o monasteri che visitiamo quella di Hovannavank,costruita dai principi Pahlavuni, e quella di Saghmosavank ( monastero dei salmi), del 12-13 secolo. Il primo monastero è dedicato a San Giovanni Battista. Spicca un altare decorato con stelle intagliate. Il secondo è il monastero dove si fermò San Gregorio l’illuminatore fondatore e primo patriarca della chiesa armena. Il monastero si affaccia sul canyon del fiume Kasakh. E poi Mughni la chiesa dedicata a San Giorgio. Ben due matrimoni rallegrano la nostra visita. Sposi sorridenti, invitati allegri. Uno sposo portavo avvolto intorno al petto due strisce l’una rossa e l’altra verde, mentre il testimone una lancia, una specie di bacchetta, con fiori ed in cima il melograno. Il melograno ritorna, quasi ovunque, scolpito sui portali delle chiese, ricamato, intagliato negli oggettini che i negozi o le bancarelle di souvenir vendono ai turisti Chiese severe, in pietra, annerite dal fumo delle mille candele che una fervente devozione spinge gli armeni a dedicare alla Vergine o ai Santi. Ricche di khachkars, la tipica croce fiorita di pietra. Sono tuttavia chiese senza figure ricche di croci scolpite, croci appoggiate o interrate nei dintorni. La croce fiorita, simbolo della resurrezione, ci accompagna lungo tutto il nostro viaggio La cittadina di Edjmiadzin, capitale religiosa.Nei pressi di Yerevan è situata la cittadina di Edjmiadzin, il cui nome significa “L’Unigenito è disceso”, poiché Cristo vi apparve a San Gregorio l’Illuminatore, fondatore e primo patriarca della Chiesa armena. Qui risiede la suprema autorità della Chiesa armena, il “Katholikos di tutti gli Armeni”. Qui ci rechiamo per la sontuosa messa domenicale.Vistiamo la Cattedrale, costruita tra il 300 ed il 301 ed alcune tra le più antiche e splendide chiese armene: Shoghakat (VI secolo, ricostruita nel XVII), che significa “effusione di luce”, e le due chiese intitolate alle sante vergini martiri sotto l’imperatore Diocleziano, Gayané (Gaia) e Hripsimé (Crispina) . Li assistiamo alle offerte votive di due bianche colombe e di una pecora piuttosto riottosa Nelle vicinanze ammiriamo anche le rovine dell’imponente chiesa di Zvartnots ( dove volano gli angeli) , l’antico patriarcato del VII secolo, la cui struttura non ha resistito ai violenti terremoti che di frequente colpiscono questa terra. Interessanti capitelli a cestello. Il bassorilievo della Cattedrale è conservato nella Sainte Chapelle di Parigi. Un suggestivo orologio, con le ore nella parte inferiore del quadrante rappresentate dalle lettere dell’alfabeto armeno, invita a pregare Dio come egli si aspetta ( che si faccia). Nel pomeriggio visitiamo il mercato del Vernissage, dove facciamo qualche buon acquisto. A proposito di alfabeto armeno devo dire che questo ha per gli armeni significati simbolici assai forte: attaccamento alla proprio identità, alle proprie radici, unione e comunanza con tutti gli armeni sparsi nel mondo, affermazione della propria diversità e della propria storia millenaria. Creato nel 406 da MESROP MASHTATS. Prima della invenzione dell’alfabeto armeno la letteratura si tramandava per tradizione orale o grazie alle iscrizioni cuneiformi. Ancora più forte è il legame, l’identità ed il senso di appartenenza dato dalla fede cristiana degli armeni: dall’essere culla del cattolicesimo ed enclave cattolica in un mondo mussulmano. Gli armeni hanno pagato duramente nel corso della loro storia questa forte fede cristiana. L’impressione è che questa fede sia un saldo baluardo per resistere alle continue minacce di cui sono oggetto. La suggestione delle chiese armene È comunque nella campagna armena circostante, nelle diverse province che circondano la capitale che lo specifico della cultura armena si manifesta con più intensità. I mille monasteri ( vank), chiese e chiesette che hanno alimentato la fede degli armeni hanno uno stretto e particolare legame con l’ambiente e con gli armeni. Chiese e monasteri tendono ad inserirsi armoniosamente nel territorio come se sorgessero dalla terra da cui riprendono l’ocra e la porpora. La quarta tappa è nella provincia di Gegharkunik Iniziamo con la visita al monastero di Goshavank ( monastero dedicato ad al famoso giurista Gosha). Li abbiamo ammirato il khachkar più bello di tutta l’Armenia. Lavorato a tre strati di pietra intagliata a merletto con la croce armena sovrapposta al cerchio rappresentante il dio sole. Nel monastero di Sevanovank vari khachkars con figure umane ed animali. Due scimmie appese ad un ramo, una curiosa Madonna con la barba ed in braccio il bambino. La chiesa di Santa Astavatsatsin ed il cimitero dei khachkar a Noraduz. Bellissime croci di pietra con raffigurazioni di scene di vita quotidiana, con le forbici che rappresentano la vita spezzata, Ed ecco che preannunciata da strilli e pianti assistiamo all’arrivo di una madre con due piccoletti urlanti. La madre spacca, violentemente, una bottiglia su una tomba per togliere la paura ai figli. Il Lago di Sevan Dall’alto del monastero di Hairavank ammiriamo il lago di Sevan, ricco d’acqua e di graziose spiagge. Situate a quasi 2000 metri di altitudine, sulla penisola, incontriamo due piccole chiese medievali che un tempo erano isolate sull’isola. Oggi, a causa dell’abbassamento delle acque del lago provocato dall’irrigazione, queste chiese sorgono sulla terraferma. In un bel ristorante gustiamo la famosa trota del lago Sevan, ishkhan. La cucina armena è come la gente armena semplice e senza fronzoli. Nulla di elaborato o sontuoso, pochi grassi, largo uso di spezie ed erbe aromatiche fresche ( prezzemolo,aneto,basilico nero,erba cipollina), tante verdure di preferenza crude, cetrioli, pomodori, melanzane, carni di pollo o maiale alla griglia, kebab, riso bollito, patate. Ottimo lo yogurt locale (matsoun o madzoon) accompagnato da marmellate (sono moltopopolari le marmellate di more, di ciliegie bianche e di ribes rosso) , o frutta secca o miele., Anche i dolci sono semplici e genuini, con miele, frutta secca, tipica la PAKHLAVA. Famoso il vino armeno ed il cognac Celeberrimo l’ Ararat, il cognac preferito di Churchill. Il pane (lavash) è una sottile sfoglia cotta contro le pareti del forno caldissimo La quinta tappa del nostro viaggio è nella zona che viene chiamata la Svizzera armena per le vaste foreste che la ricoprono. Lì si sono visitati i monasteri di Hagpat e Sanashin dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Spaventata dalla lunghezza del viaggio e dalle condizioni disastrose delle strade armene ho scelto di restare a Yerevan a curiosare nei negozi ( per altro belli e di lusso). Sesta Tappa. Nella provincia di Ararat.Un altro centro fondamentale della storia armena e del suo legame con il cristianesimo è il monastero di Khor Virap, il cui profilo si staglia nettamente contro il monte Ararat. Il nome di questo monastero significa “fossa profonda”, poiché al suo interno vi è la grotta in cui sarebbe stato imprigionato per tredici anni San Gregorio l’Illuminatore, prima chi il re Tiridate, convertito al cristianesimo, lo liberasse. Immediatamente sotto il monastero di Khor Virap corre il confine con la Turchia e dall’altra parte, vicino ma irraggiungibile il Monte simbolo per gli armeni l’Ararat. Sis e Massis sono i nomi che gli armeni danno al monte Ararat ed a quello vicino Vistiamo anche una cantina che produce un buon vino, Areny, dal nome del vitigno. Certo la cantina non assomiglia alle nostre ma è pur sempre il miglior tentativo di modernizzazione che abbiamo visto in questo viaggio. Il viticolture ci fa degustare i suoi prodotti, con cortesia ma senza enfasi esagerata. L’Armenia produce 150.000 bottiglie di vino all’anno di cui circa il 50% va alla Russia, il 30% alla Germania ed il restante alla consumazione interna. Visitiamo la chiesa di Santa Astavazazin, detta Chiesa Bianca. Costruita dal celebre architetto Momick invitato dalla Cilicia per questo scopo. A differenza delle altre questa chiesa è più chiara perché costruita in travertino. Attraversiamo, poi, la gola di Norovahan, dove sono stati trovati importanti reperti preistorici tra cui la famosa babbuccia custodita al museo di storia di Yerevan. Novarank ( nuovo monastero) è il centro spirituale tra i più importanti dell’Armenia medievale. Si trova in una suggestiva posizione, isolato e desertico, costruito tra il XIII e il XIV secolo, in una stretta valle con il medesimo tufo rossastro delle rupi circostanti. L’edificio si confonde con il paesaggio ed assume i colori stupendi delle rocce circostanti. La cena si è svolto in un bel ristorante, dove il maitre cerca, con buoni risultati, di rivisitare la cucina tradizionale. Molto accurata la presentazione dei piatti. Va detto che tutti i ristoranti che abbiamo frequentato si sono distinti per la cortesia, la solerzia del servizio e la grande pulizia. I prodotti tipici Per quanto riguarda l'agricoltura, le aree più fertili del paese si trovano nelle zone irrigate lungo l'Araks e nelle piane di Yerevan e Gyumri, dove vengono coltivati cereali (frumento e orzo), cotone, patate, barbabietole, tabacco, frutta, vite. Circa il 23% del territorio è adatto all'allevamento, vi si allevano ovini, volatili, suini, bovini e caprini. Prodotti tipici da acquistare per portare a casa un po’ di Armenia sono il vino, il cognac, le marmellate, le noci sciroppate,la frutta e le verdure conservate, il miele. Kotay L’ ultima tappa della nostra visita è la regione di Kotay, Kotay Marzpetaran. Visitiamo il monastero di Ghegard del 12 /13° secolo ( conosciuto come Irivank, monastero della lancia. La biblica lancia usata dai romani per trafiggere il costato di Gesù) un complesso monastico di straordinaria suggestione, costruito in un sito di antichi insediamenti eremitici ( grotta di Airivank). Rannicchiato nel fondo di una gola sovrastata da alti spalti rocciosi, il monastero si sviluppa in parte nel vivo ventre della montagna. Costituito da 7 chiese e 40 celle per gli eremiti il monastero è stato importante centro religioso nel medioevo ed è ancora meta di pellegrinaggio per tanti armeni e luogo dove si compiono sacrifici rituali di animali per grazia ricevuta (mathag). Centinaia di khachkars e lance sono incise nelle rocce che circondano il monastero. Da una delle chiese sgorga una fontana di acqua freschissima che si dice miracolosa.Non lontano da Geghard si trova il tempio pagano di Garni (I secolo d. C.), l’unico reperto romano rimasto sino ai nostri giorni in una terra così intimamente legata alla fede cristiana. Il tempio, ben restaurato, è dedicato al dio Mitra, il dio del sole. La visita al tempio di Garni è allietata da un suonatore di dukduk. Il flauto tradizionale degli armeni, che evoca segrete nostalgie. Ma… disturbata dalla presenza piuttosto invadente di un gruppo di turisti iraniani. La Regina Marmotta. …il Re per una malattia perse la vista. Fu chiamato un indovino che disse . “….la medicina si trova soltanto nella città della Regina Marmotta ed è l’acqua del suo pozzo.” L’indovino veniva dalla parti dell’Armenia e la città della Regina Marmotta si trovava in quelle parti remote. Questo è l’inizio di una favola di Montale Pistoiese raccolta da Italo Calvino nelle Fiabe Italiane, edizione Einuadi, 1956. Il “Paese delle pietre urlanti” Il poeta russo Osip Mandel’shtam, che visitò e amò questa terra, la chiamava nei suoi versi “paese delle pietre urlanti”. “Stan in un paese dove il bene se ne è andato distrutto dalla violenza della storia, cui si aggiunge la violenza della sua negazione che condanna la comunità ed in singoli alla solitudine alla disunione.” Ha scritto Gli armeni chiamano il proprio paese Karastan “terra di pietre”. Appartenere ad una comunità in diaspora significa portare il peso della memoria, avere a che fare con questioni di vita e di morte. Nel passato dei sopravvissuti ci sono decapitazioni e crocifissioni, immagini di violenze efferate. Hanno cercato di rimuoverle, di cancellarle, l’oblio è sceso sulla loro storia, non nella loro anima. L’Armenia conserva in effetti ancora oggi un fascino arcaico e attraversandola si ha l’intensa impressione di riavvicinarsi alle prime radici del mondo. Soprattutto perché le varie occupazioni, l’invasione e la diaspora hanno come fermato il tempo e la storia di questo paese al medioevo. Non è facile appartenere ad una comunità in diaspora, significa avere a che fare con un passato di lutti, di morti efferate. Un passato che si è tentato di cancellare ma che resta più che mai vivo nella memoria. Non si torna davvero delusi da un viaggio in questa estrema frontiera orientale del mondo cristiano. Gli armeni sono cordiali senza esagerazione, sono ospitali ed onesti. Non abbiamo mai avuto l’impressione di essere abbindolati in quanto turisti che non conoscono affatto la lingua. Sempre, nei negozi, ci venivano fornite spiegazioni chiare sui prezzi, sul cambio, sulle caratteristiche dei vari prodotti. Nessuno ha mai chiesto nulla al nostro gruppo di turisti, né si è mai avvicinato con troppa insistenza. La gente, anche se povera, è serena ed operosa. I giovani sono molto educati e rispettosi, per nulla sguaiati nell’abbigliamento e nell’atteggiamento. Tuttavia, abbiamo notato, che gli armeni sorridono poco. ODE ALL’ARMENIA di Eghishe Ciarenz Io della mia dolce Armenia amo la parola dal sapore di sole, della nostra antica lira amo le corde dai pianti di lamento, dei fiori color sangue e delle rose il profumo ardente, e delle fanciulle di Nayiri amo la danza dolce e morbida Amo il nostro cielo turchese, le acque chiare il lago di luce, il sole d’estate e dell’inverno,la fiera borea stanante il drago, le nere pareti inospitali delle capanne perdute nel buio, e delle antiche città la pietra dei millenni. Non dimenticherò i nostri canti lamentosi, ovunque io sia, non dimenticherò i nostri libri incisi con lo stilo, divenuti preghiera, per quanto lacerino il cuore le nostre piaghe sprizzanti sangue, Amerò ancor di più la mia Armenia amorosa, orfana,ardente di sangue. Non vi è alcuna altra leggenda nel mio cuore colmo di nostalgia Simile al Narektatsi e a Kuchak non vi è fronte luminosa, Attraverso il mondo, non vi è simile all’Ararat vetta bianca,Qual cammino di gloria inaccessibile, il mio monte Massis io amo

martedì 20 luglio 2010

IL CIRCHINO

La Famiglia Italiana Piemontese
Presenta

Il Circhino
“a cappello” Spettacolo comico di arte di strada per famiglie Giorno 22 luglio 2010 , ORE 21,15 Luogo CAMPO SPORTIVO COMUNALE FARA NOVARESE INTERVENITE NUMEROSI E DANAROSI Ciclostilato in proprio

giovedì 15 luglio 2010

CARTO.LINE DA FARA

MOMENTI DI VITA FARESE
IL MERCATO IN PIAZZA
PER TUTTO IL MESE DI LUGLIO IL MERCATO SI E' TRASFERITO IN PIAZZA LIBERTA'. UNA SPERIMENTAZIONE CHE, PER IL MOMENTO, E' GRADITA AI PIU'. ANCHE SE COME PER TUTTE LE NOVITA' NUOVI PROLEMI SI AGGIUNGONO AI VECCHI.
SONO, FINALMENTE , INIZIATI I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DEI MARCIAPIEDI DI VIA CESARE BATTISTI. UN MOMENTO ATTESO DAL 1994, CHE CON IL PASSARE DEGLI ANNI, PURTROPPO, SI E' MOLTO RIDIMENSIONATO NELLA LUNGHEZZA. INVECE DI ARRIVARE SINO AL SUPERMERCATO I NUOVI MARCIAPIEDI SI FERMANO AL DISTRIBUTORE AGIP. SPERIAMO DI NON DOVER ASPETTARE ALTRI 16 ANNI PER VEDERE IL COMPLETAMENTO DEI MARCIAPIEDI.
UNA FOTO RAPPRESENTA LO STORICO MOMENTO.
PRIMA DOMENICA DI LUGLIO. SAN DAMIANO. FESTA E CENONE PER I FARESI.
DA VENERDI' 23 LUGLIO A DOMENCA 25 LUGLIO LA FESTA DEI FANS DI VASCO ROSSI, PER MOLTI UN MITO PER ALTRI SEMPLICEMENTE UN CANTANTE.

domenica 27 giugno 2010

SAN DAMIANO, FESTA PATRONALE DI FARA

Domenica 4 luglio, festa di San Damiano,patrono di Fara Novarese. Si preannuncia per i faresi, una giornata ricca di iniziative. Sin da Sabato, alle ore 18.00, apertura della mostra fotografica sui costumi e l'abbigliamento dei faresi a partire dagli ani 20 sino ai favolosi anni 70. Nel pomeriggio di domenica sfilata degli sbandieratori della città di Mortara "IL GIOCO DELL'OCA" con grande esibizione in Piazza Libertà a partire dalle ore 18.00. Per l'occasione saranno aperti il Mulino di Piazza, lo scurolo di San Damiano e la Chiesa di san Pietro e Paolo al Cimietro. Sarà possibile ammirare, nella Chiesa Parrocchiale, la grande pala del coro, dipinta nel 1729 dal Tosi e rappresentante l'Assunta. Al Campo Sportivo, sin da Gioved' 1 luglio, tradizionale Luna Park e tendone gestito dalla Pro Loco con spettacoli musicali e cene a base di specialità locali.

domenica 6 giugno 2010

CARTO.LINE DA FARA

W.E.D. World Enviroment Day5 giugno 2010 Si è celebrata il 5 giugno in tutto il mondo la Giornata mondiale dell'ambiente, il World enviroment day, istituita dall'Onu per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull'Ambiente Umano del 1972.
Durante questo 2010, inoltre, la Giornata mondiale dell'ambiente si unisce all'Anno internazionale della biodiversità e concentra la sua attenzione sulla tutela e la salvaguardia delle specie, animali e vegetali, in pericolo di estinzione.
Nonostante gli sforzi fatti per salvaguardare l'ambiente in tutto il mondo, infatti, le specie si stanno estinguendo a una velocità mai registrata nella storia geologica, e la maggior parte di queste estinzioni è strettamente legata alle attività umane.
Con lo slogan "Molte Specie, Un Pianeta, Un Futuro", la Giornata mondiale dell'ambiente 2010 vuole mobilitare più persone possibile per realizzare un'ampia gamma di azioni finalizzate alla conservazione della biodiversità.
I faresi che hanno partecipato Sabato pomeriggio alla passeggiata naturalistica ( organizzata dall’Amministrazione Comunale con le Guide Naturalistiche) nella valle della Remme hanno voluto conoscere la nostra biodiversità e testimoniare l’importanza della salvaguardia e della tutela dell’ambiente.
Abbiamo visto lo scorpione d’acqua, molti maggiolini, il nido del ragno, qualche bella farfalla, alcuni fiori rari ( il giglio selvatico e la tenera rosa canina). Purtroppo non abbiamo potuto vedere i tritoni e le salamandre d’acqua. La prossima passeggiata sabato prossimo con partenza dalla Piazza di Ghemme, verso il parco delle Baragge.

lunedì 24 maggio 2010

CARTO.LINE DA FARA

NON PERDETE L'OCCASIONE DI CONOSCERE, CON LE GUIDE ESCURSIONISTICHE AMBIENTALI DELLA VALSESIA, LA BIODIVERSITA' DI CASA NOSTRA.
SI INIZIA, A CARPIGNANO SESIA, ALLA RICERCA DELLE ORCHIDEE DI CASA NOSTRA (SPERANDO VE NE SIANO ANCORA). QUI NE AVETE UN ESEMPIO NELLA FOTO DI GIORGIO. Sabato 29 maggio, Carpignano Sesia, Orchidee di casa nostra, Orchis morio
Sabato 5 giugno,
Fara Novarese, La valle della Remme, un gioiello dietro la porta di casa
Sabato 17 giugno, Ghemme, Le Baragge, ecosistema in equilibrio tra natura e antropizzazione
Pomeriggi naturalistici nelle nostre zone con le Guide Escursionistiche Ambientali della Valsesia Ritrovo alle 14 nella piazza del Paese, trasferimento all'inizio del percorso, ore di cammino 1,30, ritorno previsto ore 18. Partecipazione gratuita grazie alla collaborazione dei comuni di Carpignano, Fara Novarese, Ghemme. Info: GEAV – Giorgio 347 74 40 509

domenica 16 maggio 2010

NEL PAESE DI SOMPAZZO

Qualche consiglio su come rendere efficace la lettura ed attrarre il pubblico. Due modi di leggere interpretando "Piemonte" di Carducci. Elegiaco e comico. Il secondo ci fa sbellicare dal ridere e poi tutti immersi nella vita sconclusionata del paese di Sompazzo, dove le anatre vanno in treno e le ciliegie maturano con un anno di ritardo. E il meccanico ripara il sole.
Nonostante la pioggia battente, nel paese dal clima scambiato e dove veramente c'è bisogno del meccanico riparatutto, un bel gruppetto di bambini di Fara si è ritrovato venerdì in Biblioteca per le serate dedicate alla lettura interpretativa nell'ambito del progetto "Il baule del marchese di Carabà". Tante risate, un pò di imbarazzo e Gigi che si è prestato ed ha messo a disposizione tutta la sua arte per una serata allegra ,divertente e serena come raramente capita .

martedì 13 aprile 2010