sabato 9 ottobre 2010

BARBARI

Dal periodico della Fondazione Farefuturo LA POLITICA SI IMBARBARISCE. E' VERO.MA CHI SONO I RESPONSABBILI? Chi e perché ha iniziato questa stagione di fango e di veleni? di Federico Brusadelli Non è un’opinione, ma un fatto: la politica italiana, in questi ultimi mesi, ha assunto troppo spesso i tratti dell’indecenza. E il dibattito pubblico rischia di scivolare, in modo sempre più veloce, su un pericoloso piano inclinato, fatto di minacce e di dossier, di scandali e di linciaggi mediatici, di “segugi” e di intercettazioni, di presunte spie e di presunti scoop. E proprio di “imbarbarimento del clima politico” ha parlato oggi Confindustria, commentando quanto sta accadendo da ieri, con la presidente Emma Marcegaglia “vittima” della specialità del Giornale della famiglia Berlusconi: il cosiddetto “metodo Boffo”, che a questo punto si potrebbe ribattezzare “metodo Fini” o più correttamente – dal nome del suo inventore – “metodo Feltri”. Ora, senza entrare nel dettaglio di una vicenda che (per varie ragioni) si fa sempre più inquietante, quello che conta è, appunto, il “clima” della nostra politica. Un brutto clima, esteticamente ed eticamente. Con un confronto che non si regge più sulle idee e sulle proposte, ma sul fango e sui veleni. Così, dopo un’estate atroce, in cui si pensava di aver raggiunto il punto più basso, i miasmi non accennano a diminuire. Ma ne fa le spese il paese intero, e non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo. Eppure c’è una domanda che va fatta, a questo punto. Ed è una domanda a cui urge trovare risposta. Se c’è imbarbarimento – e su questo, nessun dubbio – allora chi è che ha dato il “liberi tutti”? Chi ha rotto gli argini? Chi li ha scatenati, i barbari? Chi ha sguinzagliato i “bravi”? Chi, quando, come e perché? E non ci sono scappatoie generiche. I cittadini? Troppo presi ad affrontare gli effetti della crisi per partecipare a vendette e killeraggi incrociati. La società? Non si vede “imbarbarimento” in giro, tra la gente comune, nel “popolo”. La politica? Difficile che un sistema intero decida all’improvviso di autodistruggersi così. No. Servono nomi e cognomi. Serve un'analisi di coscienza collettiva. Per fare luce su chi ha dato il via a questo countdown. Ma una cosa è certa: qualcuno dovrà assumersela, questa responsabilità, prima o poi. Perché gli italiani hanno occhi attenti, e sapranno bene come giudicare i responsabili di un gioco al massacro che rischia davvero di sgretolare il paese. 8 ottobre 2010

Nessun commento:

Posta un commento

b