sabato 30 gennaio 2010

LA SETTIMANA (4)

La Francia verso il divieto del velo integrale La Francia si sta orientando verso il divieto del burqa nei luoghi pubblici ed anche da noi si scatena il dibattito. Va vietato, va lasciata libertà di espressione,è un simbolo religioso non si può vietare. I pareri sono tanti e contrastanti. Auspico uno sforzo di tutti per non scatenare, da noi, la solita bagarre politica ed agitare le solite logore bandiere da una parte e dall’altra. Ha ragione da questo punto di vista il Ministro Frattini che ricorda come, in Italia, ci siano già le leggi che vietano di stare in luoghi pubblici con il volto coperto. Si tratta di farle rispettare. E mi viene in mente una signora mussulmana, studentessa di una scuola di cui ero dirigente, che non pensava affatto che portare, fuori dalle mura domestiche, il velo integrale fosse una sopraffazione del marito ma un modo per proteggersi e sentirsi più sicura. Una scelta personale che la rendeva più tranquilla in mezzo agli altri. Prima di spararle grosse e proporre leggi draconiane, quindi, pensiamoci bene. D’altro canto mia nonna non usciva di casa se non aveva il fazzoletto nero in testa. Ma a me o a mia madre non viene neppure lontanamente in mente di fare ciò. E’ una questione legislativa o non piuttosto di emancipazione che ha tempi e ritmi propri? Il colore della politica Leggo nei giornali della settimana tre notizie molto diverse tra di loro ma simili nell’ombra lunga che gettano sulla nostra classe politica. La prima riguarda l’Amministrazione Comunale di Favara, il comune dove sono morte le due sorelline nel crollo della loro casa. Il Comune non ha i soldi per le case e per le scuole tuttavia leggo che i 30 Consiglieri Comunali di quel borgo (33.000 abitanti circa ) si sono dotati tutti di un pc ed immagino avranno anche uffici e segreteria e perché no un cellulare. Ma quanto lavoro svolgono questi consiglieri comunali? Quante sono le sedute del Consiglio Comunale di Favara? Non possono compraselo un PC come fanno tutti i cittadini d’Italia . Leggo un’altra interessante notizia che riguarda, questa volta, il consiglio regionale del Piemonte. Per distribuire equamente il mio interesse al Nord come al Sud. I Consiglieri regionali del Piemonte se non partecipano alle sedute del Consiglio possono autocertificare ( leggete bene: autocertificare) di aver avuto altri impegni istituzionali ed hanno diritto a percepire ugualmente il gettone di presenza che si aggiungono al cospicuo stipendio di consigliere ( 10.00€ al mese) ed ad un bonus di 1.200€ al mese. Un Consigliere Regionale, in tre anni, ha presentato ben 560 autocertificazioni che gli hanno fruttato, senza andare neppure in consiglio ben 113.000€. Sempre assente dalle sedute del Consiglio Regionale ma presente per autocertificazione. Ancora violenze sulle donne. Il mio timer personale ha registrato che questa settimana sono state pubblicate ben tre notizie riguardanti casi di stupro e violenza su donne e minori. Chissà quante sono quelle che non occupano le prime pagine dei giornali o che non vengono neppure denunciate?

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